
24/04/2020
Saltando su più dimensioni improvvisative

Nei pensieri del contrabbassista Simone Di Benedetto c’è tanta cultura della profondità. Di Benedetto legge libri importanti e ha un’idea precisa di cosa fare nel campo musicale, che a suo tempo giù intuii. L’ultimo cd, pubblicato in trio con Marco Colonna ai clarinetti e Ivan Liuzzo alle percussioni, è un ulteriore conferma di come il contrabbassista abbia preso come riferimento gli studi timbrici classici (in 3 brani figurano dediche a Grisey, Nono e Ligeti) e abbia cercato di trovare delle soluzioni nell’improvvisazione. In Zarkan Timewise i compiti dei musicisti sono quelli di realizzare una serie di “affondi” strumentali, per vivere (e far vivere) le interiorità del suono: può accadere dilatando la pressione su una corda adeguatamente amplificata, o con un insufflato o la ricerca di un armonico, con un vento percussivo aditato dalla microfonazione, con una scansione temporale e finanché inventando una sorta di danza discreta, utile per precipitare nel suono assieme a pause enigmatiche. Zarkan Timewise è ricerca dei dettagli del suono con aggiunta dei suoi criteri di navigazione, musica che si ascolta ad un livello di intromissione elevatissimo e che presuppone artisti eccellenti, in grado di fare da trasmettitori in questa impresa di debordo nel suono. Si fa rilievo in un contesto bucolico, con una visione ultima della musica che dall’improvvisazione ricava un senso di saggezza metafisica, poiché è sana, prudente, temperata, moderata.
Fonte: PercorsiMusicali